L'ultima volta che l'ho nominato è stato ieri mattina giocando a tennis in una torrida giornata di agosto.
Ma Pitanguy lo hai più sentito ?
Mi poneva questa domanda il mio più caro amico di vita con cui ho condiviso i momenti più belli e difficili della mia carriera: Roberto Zelli illustre professore universitario.
Da circa 20 anni si producono dermal-filler, cioe' materiali che riempiono esclusivamente per motivi estetici le depressioni presenti in alcune zone specifiche del viso. Questi filler chiamati in questa maniera dato che in inglese "filler" significa riempire, allo stato odierno permettono risultati permanenti di lunga durata ed hanno un' ottima biocompatibilita'. In piu' è sempre minore la situazione della migrazione del filler e rarissime sono le complicanze.
La chimica presente nei filler è diversa e comprende sostanze di collagene, acido ialuronico che è una parte specifica della composizione del collagene, composizioni di polimetacrilato con o senza collagene; ancora etilmetacrilato e idrossimetacrilato con acido ialuronico ; idrogeli di poliacrilamide; idrossiapatite di calcio ed infine alcool polivinilico.
La letteratura medica scientifica presenta una lunga lista di complicanze che vanno dalla parziale necrosi cutanea, discromia, infezioni tardive ricorrenti, insorgenza a distanza di granulomi e migrazione del prodotto impiantato.
La terapia specifica non è molto semplice. Di solito è medica e prevede infiltrazioni loco regionali con il cortisone , in alcuni casi è chirurgica. La risoluzione completa a volte è molto difficile da ottenere .
Per questo motivo, ho sviluppato una metodica che prevede un approccio multidisciplinare nella diagnosi. In primis lo specialista il Dermatologo deve cercare di ricostruire il quadro anamnestico preciso.
A volte la o il paziente è molto confusa/o e non si ricorda mai il nome del prodotto non avendo le targhette di riconoscimento. E' importante per tale motivo capire se il pz ha eseguito piu' trattamenti anche usando prodotti diversi. Il secondo specialista in questione è il Radiologo.
Infatti mediante l'ausilio del mezzo di contrasto lo specialista puo' capire se la complicanza è captante il contrasto (lesione calda in uno stato di infezione presente) oppure non captante ( lesione fredda) che rappresenta di solito la presenza di granuloma. Lo specialista chirurgo plastico infine, agisce cercando la soluzione del problema senza incorrere in fastidiose recidive.
Se la lesione è calda cioe' captante il contrasto , di solito si esegue in sala operatoria l'incisione con bisturi e drenaggio compressivo.
La lesione è trattata come se fosse un ascesso. E' necessario effettuare un tampone colturale (che di solito è sterile non è presenti contaminazione batterica o altro). Nel caso invece si tratti di lesione fredda (cioe' non captante) si deve procede alla rimozione mediante una fotocogulazione laser nei casi di granulomi molto superficiali.
Il laser di solito diodico distrugge il biofilm (una sorta di scudo protettivo che i batteri creano) e colliqua il granuloma. Nei casi maggiormente organizzati è necessaria invece la chirurgia di asportazione ed ultimamente per evitare la recidiva dopo l'asportazione inoculiamo il prp (plasma ricco di piastrine) che ha una azione selettiva anti-infianmmatoria.
La infiltrazione di prp consente un effetto emostatico ed evita che si creino aderenze nel tessuto appena scollato. Ultimo specialista infine è l'istologo. E' necessario a nostro avviso sempre analizzare il contenuto del granuloma rimosso e capire la causa che ha provocato tale tipo di reazione.
Prof. Ezio Maria Nicodemi
Chirurgia Estetica e Plastica
La tecnica piu' semplice possibile è la rimozione della pelle e grasso che si presenta sulla palpebra superiore (blefaroplastica superiore). Eliminando l'eccesso della pelle è possibile avere un immediato ringiovanimento del volto di circa 10 anni.
L'occhio appare meno stanco ed assume una vitalità ed una leggerezza tipica della gioventù. La cicatrice è nascosta dalla piega presente a 0.8 millimetri sopra il bordo delle ciglia.